09/10
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"La tenda rossa"
o "della Nobile impresa"
di e con Luigi Albert
regia Eva Cambiale e Raffaella Tagliabue
produzione Narramondo Teatro


«L’attrazione delle regioni polari, per chi vi è stato una volta, è irresistibile. Quel senso di assoluta libertà dello spirito, quell’allontanamento da ogni cura di cose materiali che non siano quelle indispensabili all’esistenza. Quel perdere valore di idee, principi, sentimenti che sembrano essenziali e importanti nel mondo civile. [...] Quella solitudine immensa dove ognuno si sente re di se stesso: tutto questo, una volta provato, non si dimentica più ed esercita un fascino al quale non è possibile resistere.» [Umberto Nobile]

> link video: "estratti da una prova aperta"

> Presentazione spettacolo (pdf 1,2 Mb)

La storia: La storica spedizione, a bordo del dirigibile Italia, diretta dal generale Umberto Nobile nel 1928, che aveva come obiettivo non solo l’arrivo al Polo Nord, ma la raccolta di importanti dati scientifici su quei luoghi.
Il viaggio - a 90 km/h - attraverso l'Europa, tra temporali, evoluzioni acrobatiche e riparazioni di emergenza. Il volo sopra il mosaico dei ghiacci artici e poi il tragico schianto.
Parte dell’equipaggio venne scaraventato sul pack, parte fu risucchiato dall’etere a bordo del dirigibile, ormai ingovernabile, e scomparve per sempre.
Da questo momento cominciò la strenua lotta per la sopravvivenza dei 9 superstiti, mentre il mondo intero si mobilitava in loro soccorso. 48 giorni sui ghiacci.

Lo spettacolo: ripercorrendo questo viaggio, scoprendolo attorialmente - quindi dal punto di vista fisico, spirituale ed emotivo - sembra di avere di fronte una sorta di metafora della vita, o di una fase della vita.
La grande fascinazione che Nobile ha per le regioni polari, per quei luoghi di una bellezza sublime dove non esistono più le leggi che regolano il consesso umano, ma dove vige unicamente la legge della Natura e l’uomo è solo e grandissimo in quell'abisso bianco e sconfinato, ha in sé qualcosa di molto romantico. La figura di Nobile ha una complessità umana molto teatrale.
La sua preparazione tecnica e l’ambizione della scoperta non solo esplorativa, ma scientifica, ne fanno un uomo storicamente importante nel percorso della tecnologia come apertura dei confini e come necessità per la crescita dell’uomo. Al tempo stesso, la spinta di Nobile a raggiungere quei luoghi è quasi irrazionale, totalmente umana, nel senso più sentimentale del termine.
Questo rende il percorso intimo del narratore molto ricco e può diventare uno specchio, per chi ascolta, dei propri slanci, delle proprie necessità di dare un senso profondo all’esistenza.
Nel caso di Nobile l’adempimento del senso profondo della sua esistenza contribuisce anche all’arricchimento conoscitivo dell’uomo e della ricerca scientifica.
È questo ciò che rende grande la sua figura, l’unione del proprio bisogno con la determinazione di superare i limiti invalicabili della Natura e farne un tesoro collettivo.

Cosa significa per Nobile non tornare dal Polo come vincitore, ma come naufrago superstite di un terribile incidente?
Cosa significa un grande sogno che si schianta?
Cosa significa possedere per pochi minuti il luogo più bello del creato e venirne privati in maniera spaventosa, perdendo i propri compagni per sempre, risucchiati in un luogo senza spazio né tempo?
Cosa significa avere gli occhi del mondo addosso, non ultimi quelli di Mussolini, e subire diffamazioni e condanne da parte del regime perché l’impresa è fallita e il Fascio teme di fare una brutta figura all’estero?
Queste sono tra le domande che cerchiamo di farci e a cui cerchiamo di rispondere. Cerchiamo di rendere l’umanità di questi uomini e i loro intimi percorsi di fronte non solo ad un tragico incidente, ma al fallimento di una grande e storica impresa. Umana, spirituale e scientifica.

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Foto Carlo Cichero 
 
   
  PRESENTAZIONE SPETTACOLO  


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