"11 settembre"
di e con Nicola Pannelli
L’11 settembre 2001 è una data così importante per tutti che non si può fare a meno di fermarsi e riflettere. Cos’è successo lo abbiamo visto tutti. Perché è successo invece è una domanda a cui tutti noi siamo chiamati a rispondere. L’attentato alle torri gemelle ha portato allo scoperto nodi è contraddizioni di questo pianeta, che non si possono più ignorare. In questi mesi stiamo assistendo tutti un po' imbarazzati all’infantilismo degli uomini di potere. Gli attentati contro le torri di New York e contro il Pentagono hanno scatenato una reazione isterica adolescenziale da parte dei governi occidentali sfruttando con il peggiore cinismo - mal celato sotto lo sventolìo delle bandiere - il dolore delle famiglie delle vittime.
E la guerra lungi dall’essere mai stata una soluzione ha sempre fatto strage di civili. Uomini, donne, vecchi e bambini. In tutta la mole di riflessioni avvenute nei salotti televisivi su questioni come “la civiltà “ o “la cultura” o “il fondamentalismo” ecc. pochi hanno avuto il coraggio di tirar fuori ciò che manca nella discussione.
Così, per tutto ciò nel nome di una ristrettissima minoranza di stramiliardari? Tre persone raccontano l’11 settembre. Un ragazzo un po' coglione, una ragazza cupa e una donna americana buffa. Il primo non ci vuole credere. Lì per lì è stata la reazione di molti.
La seconda invece è subito attraversata da neri presagiesempio, per citare una voce autorevole, Noam Chomsky, se gli USA vogliono combattere il terrorismo prima di tutto dovrebbero smettere di praticarlo. Subordinare tutto all’accumulazione di denaro ha ucciso negli ultimi decenni milioni di persone nel mondo e contemporaneamente ha fatto strage di ideali ugualitari e di giustizia, ha progressivamente immiserito la terra, esasperato le diseguaglianze, infuocato gli odi e i desideri di rivalsa. E. La signora in fine sviene perché ha un figlio che lavora a New York. Il caso vuole che i tre finiscano all’ ospedale e che ci restino per un po'. Qui si conoscono. Ognuno di loro vivrà qui dentro le conseguenze dirompenti degli attentati e della risposta militare occidentale. Il ragazzo parte da zero e cominciando a farsi domande su quello che accade nel mondo si costruisce una coscienza critica. La ragazza si divide tra un rapporto sentimentale incasinato, senso di impotenza e slancio all’azione. La donna americana perde il figlio tra le macerie delle torri gemelle e si allontana lentamente dal mondo.
Io tiro a campare. Nel frattempo sopravvivo. Non sparo e non vengo ammazzato. Non prendo antidepressivi. (Nicola Pannelli)
Scheda tecnica:
Due proiettori di luce, una sedia