Interpreti: Luigi Albert, Matteo Alfonso, Carlo Besozzi, Chiara D'Ambros, Marianna De Fabrizio, Francesco Ferrieri, Carlo Orlando, Andrea Pierdicca, Franco Ravera
Regia: Nicola Pannelli
Progetto: Lisa Raffaghello
Narramondo Produzioni Teatrali
Il progetto prevede: la creazione e la circuitazione di una nuova opera teatrale dal titolo Lettere dei condannati a morte della Resistenza tratta da Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea (Einaudi, Tascabile 2005) curata da Narramondo; la possibilità nella settimana di allestimento di incontri aperti al pubblico a tema Resistenze.
Durata: due settimane (una di prove con possibilità di approfondimento sul tema e una di repliche)
Lo spettacolo: la caratteristica di spettacolo mobile, che prevede postazioni per ogni singolo narratore e 2 guide che presentano i condannati e conducono il pubblico alla ricerca delle storie narrate, lega inevitabilmente l’evento al suo luogo di svolgimento e garantisce fondamentali differenze tra le repliche.
Ogni narratore preparerà due o più lettere: la quantità di narrazioni o lettere varierà a seconda del percorso (con un minimo di una lettera a testa per singolo narratore), così come inevitabilmente varierà l’ordine delle narrazioni o lettere.
La struttura del testo da cui è tratto lo spettacolo (formato da lettere che hanno una durata molto differente) e il metodo di narrazione utilizzato (che si basa sull’urgenza e sulla respirazione) si fondono così in maniera imprescindibile con il luogo di svolgimento dell’azione teatrale. Il fatto che ogni singolo attore scelga una “location” dove raccontare la propria storia porta il teatro a contatto con il cinema.
Il testo: “L’abbassamento del livello intellettuale, la paralisi della cultura, la supina accettazione dei misfatti di una giustizia politicizzata, il gerarchismo, la cieca avidità di guadagno, la decadenza della lealtà e della fede, prodotti o in ogni caso promossi da due guerre mondiali, sono una cattiva garanzia contro lo scoppio della terza (….) Sarebbe vana dunque, superata e respinta dalla vita, la fede, la speranza, la volontà di sacrificio di una gioventù europea, che,(…), contro l’onta di un’Europa hitleriana non voleva semplicemente resistere ma sentiva di essere l’avanguardia di una migliore società umana?Tutto ciò sarebbe stato vano? No, non può essere. (…) Chi potrebbe dubitare che si sia combattuto invano in tutti i paesi da cui provengono queste lettere? ” Thomas Mann nella prefazione alla prima edizione (1954). |